E' passato un anno dall'ultimo post, più di un anno.
Ho fatto altro, ho disegnato, ho dipinto, ho perfino insegnato e mi sono ancora perduta. Ho provato strade nuove, ho perseverato su quelle antiche e l'unica cosa che mi riconduce a me stessa è la voglia di evadere, la libertà di riavere la mia vita, di esserne creatrice, artigiana, forse anche artista, la voglia di ritrovare un benessere che va oltre quello fisico, ma che è spirituale, più profondo, al limite del surreale.
Ho amato l'arte dal primo istante, dal momento in cui i miei occhi si sono posati su quella sfilza di colori a matita che stavano nel mio astuccio, ricordo di disegnare da sempre, di aver sempre dato forma, seppur mostruose ai miei pensieri nell'attesa di imparare a scrivere e tradurli in parole. L'ho amata così profondamente, come una via d'uscita dalla realtà pesante, l'ingresso per un mondo nuovo. Con una matita in mano potevo inventare quel che volevo, tutto poteva cambiare, essere come io volevo che fosse.
La mia autostima non è mai stata altissima eppure quando ho in mano una semplice matita, respiro e sento la calma nel cuore, sento come il silenzio discendere e il mio sguardo segue solo la linea scura tracciata sul foglio.
Talvolta è così ammassato ciò che sento dentro da non riuscire a dare forma, il tratto nervoso non mi lascia la morbidezza che vorrei e l'arte non mi risponde, si offende, dice che non ci metto l'impegno che dovrei, che l'ispirazione è fiacca... litighiamo, accantono il foglio e scuoto la testa.
E' come avere una relazione con se stessi e farci i conti tutti i giorni. Non sono clemente con me, vorrei che tutto fosse sempre perfetto o quantomeno vicino a ciò che è nella mia testa, ma il più delle volte mi sono resa conto che è il cuore che detta legge, la passione, le pulsioni; analizzare gli stati d'animo silenziosamente e rimuginare davanti ad un foglio bianco è inutile, la rabbia non verrà mai fuori se non viene assecondata, la gioia non troverà mai la sua dimensione se non viene spinta da dentro.
Sono una persona talmente emotiva che questi concetti dovrebbero essermi sempre presenti, ma talvolta cercare il controllo su se stessi sembra la soluzione migliore per stare meglio, ma poi c'é la musica e io sento che tutto può scorrere, che tutto può trovare il giusto colore, spontaneamente, tra un respiro e un altro, nel movimento fluido.
L'arte guarisce, ridimensiona l'insofferenza in circostanza e tranquillizza l'animo. Esprime il centro del sé e libera dai mali di questa frenetica società. Ci riconduce allo stato primordiale del sentire, del respirare, di quella spensieratezza vibrante.
Ho visto come la materia placa gli animi, dilata le speranze e i sorrisi e diviene mezzo di liberazione, ho visto la creta divenire angoscia ormai abbandonata, la pittura tristezza ormai rigettata e ho visto la serenità dei momenti creativi; un benessere che parte dallo spirito, come una sorta di guarigione,
E io guiarisco ogni volta, che sia con una o cento tavole, non importa.. che sia l'impressione di un pensiero o una storia da raccontare e mi cerco guardando a quel mondo che vorrei forse guarire allo stesso modo.
Tutto ciò che riguarda noi stessi è una ricerca lunga, che presuppone il cambiamento, il mettersi in gioco e anche in dubbio tante volte, fermarsi è pensare che non va bene, averne la consapevolezza, la criticità di saper guardare oggettivamente e la maturità di comprendere e accettare che ancora non siamo giunti dove dobbiamo. E' una sensazione di incopletezza latente che si manifesta con un formicolio alla stomaco che non è tensione o almeno non nel senso comune del termine, ma è come un desiderio verso cui l'anima si allunga cercando un'unione completa.
Mi sono accorta che non esiste età per trovare se stessi, non esiste età per iniziare qualcosa, non esiste età per niente. Il tempo è una concezione umana, a mio parere, che l'uomo si è inventato per controllare qualcosa di inafferrabile e con questo si è inventato anche lo spreso dello stesso, quantificando la vita per pura mania di controllo. Il tempo è qualcosa di incontrollabile e relativo, che resta ancorato all'ignoto, probabilmente la cosa più spaventosa e scura che l'uomo riesce a concepire, ma perchè sprecare i nostri giorni, i nostri momenti?
L'arte della creazione libera dalle catene e dona vitalità ai nostri sogni, rende tutto possibile dal semplice gesto di un segno alla realizzazione dei nostri desideri.
Sto scendendo a compromessi solo per necessità esistenziali del tutto materiali da qualche tempo dicendo no a tutto quello che invece blocca la mia ricerca, i miei desideri. Il tempo è arbitrario, ma non ne ho così tanto a disposizione per sprecarlo, ma è giusto sfruttarlo per muoversi verso la vera felicità di se stessi e non verso quell'accontentarsi. Non sono ancora convintà di quel che sono, non sono soddisfatta di dove sono arrivata.. è tempo di muoversi, è tempo di essere utile.
Piangere dentro non è meno frustrante, è un pianto che non possiamo esternare, ma la disperazione è la stessa e dev'essere impressa in un atto di liberazione.
Ho fatto altro, ho disegnato, ho dipinto, ho perfino insegnato e mi sono ancora perduta. Ho provato strade nuove, ho perseverato su quelle antiche e l'unica cosa che mi riconduce a me stessa è la voglia di evadere, la libertà di riavere la mia vita, di esserne creatrice, artigiana, forse anche artista, la voglia di ritrovare un benessere che va oltre quello fisico, ma che è spirituale, più profondo, al limite del surreale.
Ho amato l'arte dal primo istante, dal momento in cui i miei occhi si sono posati su quella sfilza di colori a matita che stavano nel mio astuccio, ricordo di disegnare da sempre, di aver sempre dato forma, seppur mostruose ai miei pensieri nell'attesa di imparare a scrivere e tradurli in parole. L'ho amata così profondamente, come una via d'uscita dalla realtà pesante, l'ingresso per un mondo nuovo. Con una matita in mano potevo inventare quel che volevo, tutto poteva cambiare, essere come io volevo che fosse.
La mia autostima non è mai stata altissima eppure quando ho in mano una semplice matita, respiro e sento la calma nel cuore, sento come il silenzio discendere e il mio sguardo segue solo la linea scura tracciata sul foglio.
Talvolta è così ammassato ciò che sento dentro da non riuscire a dare forma, il tratto nervoso non mi lascia la morbidezza che vorrei e l'arte non mi risponde, si offende, dice che non ci metto l'impegno che dovrei, che l'ispirazione è fiacca... litighiamo, accantono il foglio e scuoto la testa.
E' come avere una relazione con se stessi e farci i conti tutti i giorni. Non sono clemente con me, vorrei che tutto fosse sempre perfetto o quantomeno vicino a ciò che è nella mia testa, ma il più delle volte mi sono resa conto che è il cuore che detta legge, la passione, le pulsioni; analizzare gli stati d'animo silenziosamente e rimuginare davanti ad un foglio bianco è inutile, la rabbia non verrà mai fuori se non viene assecondata, la gioia non troverà mai la sua dimensione se non viene spinta da dentro.
Sono una persona talmente emotiva che questi concetti dovrebbero essermi sempre presenti, ma talvolta cercare il controllo su se stessi sembra la soluzione migliore per stare meglio, ma poi c'é la musica e io sento che tutto può scorrere, che tutto può trovare il giusto colore, spontaneamente, tra un respiro e un altro, nel movimento fluido.
L'arte guarisce, ridimensiona l'insofferenza in circostanza e tranquillizza l'animo. Esprime il centro del sé e libera dai mali di questa frenetica società. Ci riconduce allo stato primordiale del sentire, del respirare, di quella spensieratezza vibrante.
Ho visto come la materia placa gli animi, dilata le speranze e i sorrisi e diviene mezzo di liberazione, ho visto la creta divenire angoscia ormai abbandonata, la pittura tristezza ormai rigettata e ho visto la serenità dei momenti creativi; un benessere che parte dallo spirito, come una sorta di guarigione,
E io guiarisco ogni volta, che sia con una o cento tavole, non importa.. che sia l'impressione di un pensiero o una storia da raccontare e mi cerco guardando a quel mondo che vorrei forse guarire allo stesso modo.
Tutto ciò che riguarda noi stessi è una ricerca lunga, che presuppone il cambiamento, il mettersi in gioco e anche in dubbio tante volte, fermarsi è pensare che non va bene, averne la consapevolezza, la criticità di saper guardare oggettivamente e la maturità di comprendere e accettare che ancora non siamo giunti dove dobbiamo. E' una sensazione di incopletezza latente che si manifesta con un formicolio alla stomaco che non è tensione o almeno non nel senso comune del termine, ma è come un desiderio verso cui l'anima si allunga cercando un'unione completa.
Mi sono accorta che non esiste età per trovare se stessi, non esiste età per iniziare qualcosa, non esiste età per niente. Il tempo è una concezione umana, a mio parere, che l'uomo si è inventato per controllare qualcosa di inafferrabile e con questo si è inventato anche lo spreso dello stesso, quantificando la vita per pura mania di controllo. Il tempo è qualcosa di incontrollabile e relativo, che resta ancorato all'ignoto, probabilmente la cosa più spaventosa e scura che l'uomo riesce a concepire, ma perchè sprecare i nostri giorni, i nostri momenti?
L'arte della creazione libera dalle catene e dona vitalità ai nostri sogni, rende tutto possibile dal semplice gesto di un segno alla realizzazione dei nostri desideri.
Sto scendendo a compromessi solo per necessità esistenziali del tutto materiali da qualche tempo dicendo no a tutto quello che invece blocca la mia ricerca, i miei desideri. Il tempo è arbitrario, ma non ne ho così tanto a disposizione per sprecarlo, ma è giusto sfruttarlo per muoversi verso la vera felicità di se stessi e non verso quell'accontentarsi. Non sono ancora convintà di quel che sono, non sono soddisfatta di dove sono arrivata.. è tempo di muoversi, è tempo di essere utile.
Piangere dentro non è meno frustrante, è un pianto che non possiamo esternare, ma la disperazione è la stessa e dev'essere impressa in un atto di liberazione.