Ochiba Koi - Foglie cadute
Sento il mare nell'anima.
Sulla riva di questo tempo, sento le onde che accarezzano i miei piedi, quest'acqua fresca e cristallina, la sabbia vellutata e morbida nel silenzio del mondo fatto di suoni bassi e soffusi, confusi, dello sciabordare quieto, moto perpetuo del cuore, degli abitanti del cielo, gabbiani, signori delle azzurrità intrappolati tra cielo e mare.
Ho abbandonato la mia vita, per vivere il giorno, ma forse non l'ho abbandonata, ma l'ho afferrata seppur non vi sia ancora nulla a cui riesca a pensare, seppur non sappia nulla di ciò che è possibile fare. Voglio restare qui davanti alla meraviglia della creazione e perdermi nel respiro quieto, nel singhiozzo rimbombante nel petto, tra le lacrime calde che non hanno disperazione e sentire la libertà del nulla, del niente. Voglio scivolare silenziosa in questo vuoto in cui c'è tutto, c'è la ragione stessa del perchè sono qui, sono viva. Non conosco ancora la mia missione, forse risalirò il fiume delle sfide e trovando la porta del dragone riuscirò ad essere oltre, più di quello che sono adesso.
Una leggenda narra la grandezza del divenire, del tempo, di come tra le mani si possa afferrare la volontà e andare avanti nelle avversità, è la storia della Koi, creatura indifesa nel mondo, nella risalita di un fiume che ne percuote la pelle sottile, colorata e quasi cristallina.
Lei risale le rapide impervie e cerca appigli consistenti tra i fluttui che cercano di trascinarla indietro, di riportala al punto di partenza, ma con coraggio e improvvisi colpi di coda non si lascia vincere dalle difficoltà di quelle acque, di quella vita e avanza. Supera gli ostacoli e combatte gli spiriti malvagi, si eleva sul pelo dell'acqua frusciante e sembra quasi volare nella meraviglia di quanta forza possa nascondersi in un essere, quanto coraggio, quanta determinazione per arrivare alla propria meta, per giungere alla Porta del Drago.
Gli dei colpiti dall'impresa e da questa semplice creatura che invece di lasciarsi vincere è riuscita nel proprio intento, decisero di mutare la Koi in un Drago, donandole così l'immortalità. Non aspiro all'immortalità, ma a quel coraggio e a quella perseveranza di cui Koi è baluardo, così la prendo tra le mani e ne porto al petto l'essenza, così che sia simbolo di un nuovo cammino che sicuramente avrà momenti difficili. Come Koi va incontro alla sua vita, io vado incontro alla mia, a braccia aperte. Il più coraggioso tra i pesci, rimane immobile nella sentenza di morte, fiera di ciò che è stata, di come ha vissuto, dunque non si dibatte, ma semplicemente attende che tutto sia compiuto.
Risalgo dunque le cascate facendomi Koi e che l'arte della mia vita mi accompagni.
Ela Bì -Koi-
Sento il mare nell'anima.
Sulla riva di questo tempo, sento le onde che accarezzano i miei piedi, quest'acqua fresca e cristallina, la sabbia vellutata e morbida nel silenzio del mondo fatto di suoni bassi e soffusi, confusi, dello sciabordare quieto, moto perpetuo del cuore, degli abitanti del cielo, gabbiani, signori delle azzurrità intrappolati tra cielo e mare.
Ho abbandonato la mia vita, per vivere il giorno, ma forse non l'ho abbandonata, ma l'ho afferrata seppur non vi sia ancora nulla a cui riesca a pensare, seppur non sappia nulla di ciò che è possibile fare. Voglio restare qui davanti alla meraviglia della creazione e perdermi nel respiro quieto, nel singhiozzo rimbombante nel petto, tra le lacrime calde che non hanno disperazione e sentire la libertà del nulla, del niente. Voglio scivolare silenziosa in questo vuoto in cui c'è tutto, c'è la ragione stessa del perchè sono qui, sono viva. Non conosco ancora la mia missione, forse risalirò il fiume delle sfide e trovando la porta del dragone riuscirò ad essere oltre, più di quello che sono adesso.
Una leggenda narra la grandezza del divenire, del tempo, di come tra le mani si possa afferrare la volontà e andare avanti nelle avversità, è la storia della Koi, creatura indifesa nel mondo, nella risalita di un fiume che ne percuote la pelle sottile, colorata e quasi cristallina.
Lei risale le rapide impervie e cerca appigli consistenti tra i fluttui che cercano di trascinarla indietro, di riportala al punto di partenza, ma con coraggio e improvvisi colpi di coda non si lascia vincere dalle difficoltà di quelle acque, di quella vita e avanza. Supera gli ostacoli e combatte gli spiriti malvagi, si eleva sul pelo dell'acqua frusciante e sembra quasi volare nella meraviglia di quanta forza possa nascondersi in un essere, quanto coraggio, quanta determinazione per arrivare alla propria meta, per giungere alla Porta del Drago.
Gli dei colpiti dall'impresa e da questa semplice creatura che invece di lasciarsi vincere è riuscita nel proprio intento, decisero di mutare la Koi in un Drago, donandole così l'immortalità. Non aspiro all'immortalità, ma a quel coraggio e a quella perseveranza di cui Koi è baluardo, così la prendo tra le mani e ne porto al petto l'essenza, così che sia simbolo di un nuovo cammino che sicuramente avrà momenti difficili. Come Koi va incontro alla sua vita, io vado incontro alla mia, a braccia aperte. Il più coraggioso tra i pesci, rimane immobile nella sentenza di morte, fiera di ciò che è stata, di come ha vissuto, dunque non si dibatte, ma semplicemente attende che tutto sia compiuto.
Risalgo dunque le cascate facendomi Koi e che l'arte della mia vita mi accompagni.
Ela Bì -Koi-